Oggi è un giorno molto speciale per gli argentini, sopratutto quelli del nord. Inizia infatti il mese della Pachamama, la dea più importante di tutto il nord ovest argentino.

La parola Pacha significava anticamente universo, tempo, luogo nella lingua kolla (la lingua delle popolazioni originali del nord ovest argentino, sopratutto Salta) e in qualche modo poi con il trascorrere del tempo e l’evoluzione della lingua fu vincolato con la terra. Mama significa Madre. Per cui la Pacha Mama é un dio femminile che procrea, produce, genera.

La  festa della Pacha Mama inizia la mattina presto e si deve seguire un rituale ben preciso.

Anche il rito però è stato modificato nel tempo in alcuni luoghi del paese per mancanza di spazio e oggetti necessari al rituale.

Il professore di quechua ( altra lingua indigena) Festo Chauque spiega in un articolo al giornale argentino La Nación, che questa è una data molto importante e già dalla mattina molto presto ha fatto il “sahumado” della casa. La parola, intraducibile, indica una azione volta a migliorare una cosa già buona di per se.

Oggi si celebra la Pachamama seguendo il calendario gregoriano e non più quello incaico.

La Pachamama inizia il suo periodo di riposo il 21 giugno, con alla festa del Inti raimi, che per l’emisfero sud segna il solstizio d’inverno. Con il primo di agosto inizia il suo risveglio e con esso il rituale del “convido”, una parola dai tanti significati: invitare, ma anche assaggiare, condividere, dare.

E infatti il rito consiste nel fare un pozzo e gettare dentro foglie di coca, cibi cotti in tegami di terracotta originari della zona, altri prodotti della natura come offerte e ringraziamento alla madre terra, la Pachamama, mettendosi in sintonia fisica e mentale con il cuore del pianeta.

Il culto della Pachamama è il più importante di tutto il mondo Andino. Questa dea è, per i suoi devoti, la madre che nutre e protegge agli esseri umani. Gli abitanti della puna (il nord ovest argentino) le rendono omaggio per  riparare i danni che l’uomo fa ogni volta di più sulla terra, danneggiando l’ ambiente. È anche   una opportunità per ringraziare per tutti gli alimenti che la Pacha Mama offre per il  sostentamento, per gli animali e per la protezione che offre ogni giorno.

Anche la chiesa cattolica si è adeguata a questo rituale lo ha in qualche modo assorbito, come ha fatto spesso durante l’evangelizzazione degli indigeni.  Nella parrocchia della “Medalla Milagrosa” (medaglia miracolosa, parrocchia a cui sono affezionata perché è dove si sposarono i miei genitori e fummo battezzati mio fratello ed io) i padri lateranensi il 1 de agosto invitano i fedeli al Rito della Benedizione del Focolare, in cui si donano incenso e mirra. Durante la messa si legge la lettera di San Paolo ai Cristiani di Efeso, e prima di accendere l’incenso per purificare si chiede al Signore di “consacrare tutti gli elementi che siano degni della Tua presenza amorosa e facciano di questa casa una abitazione, allontanando tutto il male, benedicendoci, dando lavoro e unione familiare“.

In Argentina questo rituale lo si sta riscoprendo anno dopo anno sempre con più vigore, sopratutto nelle città come Buenos Aires dove risiede una numerosa  comunità di immigrati dal nord argentino e dalla Bolivia,  che mantiene  molto vive queste tradizioni.

Per eseguire il rito, si prepara un incenso mettendo dell’alcol in un “suyo de llama” (feto di lama, ma a volte usano quelli di capra) al quale si aggiungono cibi creoli e recipienti di bibite forti. Il tutto viene depositato in un pozzo scavato nella terra e poi si copre con una pietra bianca chiamata in lingua quechua “apacheta“. Questo serve per identificare il luogo l’anno dopo. La cerimonia prevede anche che si bevano bibite fatte con il mate e alcol e che si collochi il “Llojke” ( o Yoki,  un amuletto realizzato con due fibre di lana di lama ritorna dal lato sinistro di color bianco e nero).

Nelle grandi città dove non si riescono a trovare tutte queste cose il rituale si compie facendo una profonda pulizia nella casa, iniziando dalla stanza più lontana dalla porta d’entrata principale. Si aprono le finestre, si spostano i mobili, si sbattono coperte e lenzuola, cuscini e materassi e si disinfetta tutta la casa con l’alcol.

La ragione principale di queste azioni è la “purga”: eliminare tutto ciò che non si utilizza, fino al più piccolo granello di polvere per rimanere puliti e leggeri.

Una volta che si è realizzata questa pulizia profonda nella casa si passa a incenerire un miscuglio fatto apposta per essere bruciato. Questo miscuglio viene fatto con ingredienti che facilmente si trovano in casa: zucchero, yerba, ruta, rosmarino (piante indispensabili per eliminare le influenze negative e attrarre la prosperità). Si consiglia di aggiungere mirra ed incenso. Tutte le erbe vanno tritate a mano con il recipiente per fare il pesto. Dopo, tutte le erbe si mettono in un recipiente di terracotta e gli si da fuoco partendo dall’ultima stanza alla porta principale per purificare gli ambienti.

La data per farlo dovrebbe essere il 1 di agosto, ma in realtà tutto il mese è buono per farlo e si può fare tutte le volte che si si ritenga necessario farlo. Soprattutto in quelle che alcuni considerano le giornate delle streghe, i martedì e venerdì di ogni settimana.

In alcuni casi si usa aggiungere a queste azioni altri riti, come, per esempio, bere a digiuno un te di ruta maschio oppure far colazione con Api (una bibita tradizionale boliviana fatta a base del mais scuro).

Ma la cosa veramente fondamentale di tutti questi antichi  rituali è l’intenzione: rinnovare le proprie energie, disfarsi delle cose non necessarie, pregare e ringraziare con sentimento e umiltà per tutto ciò che la terra e l’universo ci danno. Nel bene e nel male, perché anche da questo si impara.

Durante la cerimonia si usa recitare alcune frasi propiziatorie:

Pachamama, santa terra non mi mangiare ancora sono giovane e posso lasciare sementi.

Pachamama rendimi il doppio di ciò che ti do oggi.

Pachamama santa terra kusiya, kusiya, vicuña cuay ama ni naicho, kusiya, kusiya (fai che ci vada bene! dacci vicogne e non ce le lesinare, dacci fortuna e non farci ammalare, fai che ci vada bene)

Pachamama santa terra fai che ci vada bene.

Il rito secondo alcuni, sembrerebbe solo una specie di baratto, un do ut des tra uomini e la dea. Ma secondo chi la vive da vicino, in realtà serve per ricordare quanti piccoli siamo di fronte all’universo.

Un promemoria che farebbe bene a tutti…

Ecco un video in cui si possono osservare alcuni dettagli di questo rituale.

 

Se volete osservare qualche dettagli in più, anche se con immagini più amatoriali, ecco il video che fa per voi.