Voglio parlarvi di un prete argentino ” el cura Brochero” nato a Santa Rosa de Rio Primero, provincia di Cordoba, con il nome di Josè Gabriel del Rosario Brochero vissuto tra 1840 fino al 1914 anno della sua morte.

Premetto che sono una persona cattolica cristiana non praticante, ma molto credente, anche se per molti sarà un controsenso. Credo in un Dio che ama gli esseri di qualsiasi specie. Non credo nelle leggi imposte dall’uomo in nome di Dio, e credo che la bontà d’animo e un cuore puro possano fare miracoli.

cura-brocheroCosa ha di particolare questo uomo, questo prete (cura, in spagnolo), per essere nominato Santo?

Oltre ai due miracoli che gli sono stati attribuiti, nessuna altra particolarità che avere avuto tanto amore. Con i suoi fedeli, Brochero costruí più di 200km di strade che collegavano sperduti paesini arroccati sulle montagne nella provincia di Cordoba, parecchie chiese e fondò paesini portando la gente per abitarli. Mai li abbandonò perché si preoccupò di tutti loro sollecitando alle autorità uffici telegrafici, scuole, poste e addirittura progettò un tratto della ferrovia che avrebbe attraversato la Valle de Traslasierra (una località di Cordoba) unendo Villa Dolores y Soto per poter togliere i suoi fedeli da un luogo dove avrebbero avuto solo povertà. Lui ripeteva: “abbandonati da tutti ma non da Dio”.

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Il suo amore per il prossimo gli valse il riconoscimento di uomini e donne perché per Brochero non era soltanto importante evangelizzare ma anche aiutare la povera gente ad avere una condizione di vita degna.

Devo dire, come nota personale, che qui in Argentina si vedono molti preti di questo genere. Sono molto diversi dai preti “europei” molto ben abituati, e non vorrei con questo commento attirarmi l’ira di quelli più ferventi come mi accadde una volta… Non per nulla son chiamati terzomondisti.  Vivono realtà sociali ed economiche diverse, che nella vecchia Europa non si vedevano, forse ora con la crisi si. Ma a differenza dei preti europei, che girano in alcuni casi la testa dall’altra parte, questi scendono in campo. E avrei mille ed una testimonianza di ogni parrocchia qui a Buenos Aires che portano aiuti alle popolazioni più sfortunate delle provincie all’interno. Persone che con il loro amore fanno piccoli miracoli ogni giorno.

Ma torniamo al “cura Brochero”…

Nella sua vecchiaia Brochero si ammalò di lebbra dato che conviveva notte e giorno con quegli ammalati e addirittura beveva il mate con loro. Per questo motivo rinunciò al Curato e si trasferì a vivere con le sue sorelle nella sua città natale. Ma la sua gente lo amava così tanto che a gran voce lo richiamarono a Villa del Transito, dove morì lebbroso e cieco il 26 gennaio 1914.

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Il processo di canonizzazione ebbe inizio nel 1960, fu dichiarato venerabile da Papa Giovanni Paolo II nel 2004 e dal 2013 è beato.

Il processo di canonizzazione è l’ultima tappa per innalzarlo agli onori di Santo e richiede siano provati due miracoli,  e dopo attenti studi sono stati attribuiti a Brochero.

Sulla sua vita fu girato un film nel 1941. ” El cura gaucho” (il prete gaucho) diretto da Lucas Demare e nelle veci di Brochero, Enrique Muiño.

Fu anche scritta una canzone folcloristica in suo nome da Carlos Di Fulvio, Canto Brocheriano.

Vi lascio un estratto d’un articolo giornalistico della provincia  di Cordoba del 1887 che descrive in maniera perfetta che classe di uomo e prelato fosse questo prossimo santo argentino, riassunto dalla Licenziata Liliana De Denaro:

” [Brochero] È un uomo in carne ed ossa: dice messa, confessa, aiuta a morire bene, battezza. consacra l’unine matrimoniale, ecc. Eppure è una eccezione: pratica il vangelo. Manca un falegname? lui fa il falegname. Manca un operaio? Lui diventa operaio. Tira su la sottana ovunque sia, prende la pala o la vanga e apre strade pubbliche in 15 giorni, aiutato dai suoi fedeli. Manca tutto? Lui è tutto! e fa tutto con un sorriso tra le labbra e la soddisfazione nell’anima per maggiore gloria di Dio e benefici dell’uomo e tutto riesce bene perché fatto a coscienza. E non ha fatto soltanto strade pubbliche: Ha fatto anche una buona chiesa. Ha fatto inoltre una grande scuola… e tutto senza i sussidi della provincia, senza erogazioni da parte delle autorità locali! Lo ha fatto tutto con la sua sola grinta! Miracolo? No. La cosa è molto più semplice. È questione di onestà e volontà. In altri termini: è questione di aver preso l’apostolato sul serio, come l’ha fatto il prete Brochero”.

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