Avrei dovuto scrivere questo articolo quando ero in Argentina. Purtroppo c’è stato un susseguirsi di piccoli sfortunati contrattempi e anche visite dall’Italia per cui i giorni si sono sommati e ormai eravamo vicine alla partenza.

Bene, durante la visita della nostra amica Cristiana siamo andate, insieme a lei, a Mar del Plata. Cristiana è una patita di spiaggia, sole e mare. Io invece non tanto.

Lei aveva prenotato  l’albergo dall’Italia, in un quartiere centrale. Io mi occupo dei biglietti del bus.

I bus in Argentina sono super comodi, con sedili come quelli della prima classe degli aerei: spaziosi e confortevoli. L’unica pecca, forse perché era estate e noi non siamo tanto abituate, è stata l’aria condizionata a manetta.

Si va a Mar del Plata

Siamo partite verso mezzanotte dalla stazione centrale dei bus di Buenos Aires, Retiro, per arrivare alle 5 del mattino a Mardel, comeviene chiamata affettuosamente Mar del Plata. Prendiamo un taxi. Nei mie viaggi credo di aver speso, in sei mesi,  all’incirca duecento euro di mance. Eh si, forse anche di più! Perché in Argentina le mance si lasciano, e se non le lasci, alcuni le pretendono, come a Mar del Plata e Villa Gesell quelli che tirano giù le valigie dalla corriera e quelli che ti aprono e chiudono le porte dal taxi.

Arriviamo all’albergo ancora presto, ma ci permettono di fare colazione mentre aspettiamo che preparino la camera.

L’atmosfera è molto anni ’70 già nella hall dell’albergo per cui vi lascio immaginare la camera! Ma superato lo chock iniziale, ci sistemiamo e la mia amica ed io usciamo a fare una camminata per il centro.

torero del monje mar del plata

L’ultima volta che andai a Mar del Plata avevo 12 anni e fu per il viaggio di fine anno delle medie argentine.  Non ricordavo nulla oltre le statue dei lupi di mare nelle “Ramblas” e il lungo e signorile edificio del Casinó. Senza nulla togliere alla città balneare più storica e famosa dell’Argentina e spero non ferire alcun sentimento, devo confessare che non mi è piaciuta molto.

Nel centro c’era gente che dormiva per terra, odore di urina così forte che ti veniva il mal di stomaco, e molta sporcizia.

Le spiagge del centro erano troppo affollate e per trovare un po’ di pace bisognava prendere un autobus e fare un ora di strada. Se avessimo avuto la macchina sicuramente avremmo potuto scoprire spiagge meno frequentate, ma purtroppo non avevamo questa possibilità.

 

Abbiamo girato per tutta la città visitando i luoghi più turistici: El Torreón de los Monjes, il vecchio porto dei pescatori dove anche ci siamo fermate a mangiare e, combinazione, c’era anche la festa dei pescatori al miglior stile italiano con tanto di processione, musiche anni ’70 italiane (Nicola di Bari, Peppino di Capri, ecc, ecc) e tanto buon pesce!pescherecci mar del plata

Si poteva anche andare a fare un giro in barca, cosa che abbiamo fatto, per andare a vedere la riserva del leoni marini, e la città dal largo. Le due mie accompagnanti si sono rifugiate dentro la barca dato che tirava un forte vento, mentre io ho fatto la coraggiosa e mi sono seduta fuori, con il vento e le onde che mi facevano sentire un vecchio marinaio! L’ho pagata poi cara l’avventura perché  mi son presa l’influenza!

Un tuffo nel passato a Villa Gesell

Dopo due giorni a Mardel,  partiamo per due giorni a Villa Gesell, altra città balneare famosa che conosco benissimo per avere trascorso tutte le mie estati, dall’età di sei anni fino alla mia arrivo in Italia, lavorando nella gelateria dei miei genitori.

villa gesell

Lì mi sono ritrovata faccia a faccia con il mio passato. I luoghi dove trascorri la tua infanzia e adolescenza ti rimangono sempre nel cuore, belli o brutti che siano, sempre a fior di pelle. Per me visitare tutti qui posti e raccontare a Carolina le mie imprese da bambina e ragazza hanno smosso profondamente il mio animo. Tant’è così che quando sono entrata nel edificio nuovo che sorge dove una volta c’era la nostra gelateria, come una scema, mi sono messa piangere perché da ogni angolo, anche se ormai non è più nulla come prima, venivano fuori i fantasmi dei tempi che furono. Fu una esperienza molto ma molto forte. Ancora adesso nel ricordarla mi salgono le lacrime.

Superato quel momento e riposato a bordo piscina nell’albergo in riva al mare (ero ancora convalescente dall’influenza..) ci siamo preparate per la partenza di nuovo a Mar del Plata.

Relax in bus

Nel viaggio in corriera, sia da Buenos Aires a Mar del Plata, che da lì a Villa Gesell, il panorama è molto rilassante, piatto per alcuni (non dimentichiamo che è pampa), incroci campi che sono distese di alcuni chilometri, di coltivazioni di mais, girasoli poi di colpo vedi mandrie di mucche di tutti i colori, e cavalli, ma non dieci o venti: a centinaia!!!!! Io poi mi sono sentita stra fortunata perché invece di dormire guardavo fuori dal finestrino e così ho potuto vedere un ñandù (struzzo delle pampas) per ben due volte! e anche qualche nido di Hornero ritto sui pali delle staccionate.

Pampa buenos aires

Tutto questo mi ha inondato di pace, molta pace interiore che da un po di tempo non avevo  e anche da questo viaggio, sebbene corto, sono tornata diversa da quando sono partita.