Crediti delle foto: Leila Daiana Llunez Photographer e Pin Up ArgentinaQuando il vintage è un vero e proprio stile di vita, lo si cerca ovunque nelle sue forme. È quello che mi accade durante i viaggi, ma nello specifico vorrei raccontare com’è essere una pin up in Argentina.
Buenos Aires è una capitale enorme e piena di possibilità per chiunque cerchi qualcosa di particolare, inoltre grazie agli ambienti, al modo di fare ed alla storia si presta ad essere lo sfondo retro’ delle vite che scorrono lungo le sue strade.
Ero certa che avrei trovato fiere, feste, raduni che celebrassero questo stile, ancor prima di partire ho cercato di informarmi per il periodo della mia permanenza. Niente. Che delusione!

Eventi sporadici, poco raggiungibili, poco accurati. Da non crederci, nella mia valigia già c’erano jeans a vita alta, converse e camicette a quadri.
Dopo alcune settimane, per puro caso, spunta su Facebook la locandina di una festa pin up, un sabato pomeriggio. Del mese successivo.
Non potendo trattarsi solo di sfortuna, ho deciso di scrivere alla pagina Facebook (hanno anche un account Twitter) che aveva organizzato il tutto, Pin Up Argentina, chiedendo senza troppe speranze se fossero in programma altre feste simili, che mi avrebbe fatto piacere partecipare, in caso, in quanto appassionata del genere, per conoscere la comunità rockabilly in un Paese così lontano e diverso dall’Italia.
Dopo una non troppo lunga attesa ho ricevuto risposta: no. Niente raduni. Male eh? Nemmeno tanto in realtà… La domenica pomeriggio successiva ci sarebbe stato uno shooting fotografico privato a tema pin up, e se fossi riuscita a passare per dare un’occhiata sarebbe stato carino…

L’invitata speciale sul set fotografico di pin up!

Certo, ovvio, naturalmente, di corsa!

Crediti delle foto: Leila Daiana Llunez Photographer e Pin Up Argentina

Michelle Blum
Crediti delle foto: Leila Daiana Llunez Photographer e Pin Up Argentina

E così domenica mattina mi sono preparata, sono uscita per la mia visita alla fiera dell’artigianato (che già avevo in programma da settimane) con tanto di cat eyes, labbra rossissime, acconciatura voluminosa e fascia.
La location dello shooting non era lontana dal mio appartamento, per fortuna, dunque sono riuscita a muovermi senza troppi problemi.
Una volta arrivata, mi sono presentata all’organizzatrice ed alle modelle. Io sono un po’ timida, parlare mi è sembrato difficile, ma ho potuto chiacchierare un po’ con tutte in un clima molto accogliente e caldo. L’accoglienza calorosa è uno dei valori argentini che più apprezzo, perchè è un calore che nella maggior parte dei casi non è invadente, quindi non mi mette a disagio.
Come sono rappresentate le pin up argentine? Certamente diverse da quelle classiche a cui siamo abituati in Europa, in cui si cerca una riproduzione dettagliata e fedele dell’immagine della pin up.
Qui no, qui regnava un misto di elementi classici (come le acconciature) e moderni con richiami al genere (modelli e fantasie di abiti e scarpe), con una gran dose di personalizzazione secondo il proprio stile da “persona normale”.
Ho chiesto alla fotografa e all’organizzatrice se fossero frequenti situazioni in cui si ricrea il mondo vintage, a Buenos Aires.

Per me è stata una vera sorpresa scoprire che è un ambito abbastanza di nicchia, per ora, fuori dal comune interesse della gente.

Da un lato ritengo che sia un vantaggio, preserva dalle “contaminazioni” della modernità e mantiene vivo lo spirito del vintage, senza che diventi una moda ultra seguita senza informazione alla base.
Mi hanno spiegato che in Argentina, sebbene all’epoca avesse subito molte influenze dagli Stati Uniti per via della relativa vicinanza, non ci sono state icone autoctone del genere pin up, e per questa ragione la diffusione è rimasta limitata.
Il gruppo di Pin Up Argentina nasce proprio per far conoscere questo mondo alle persone, tramite organizzazione di eventi, sessioni fotografiche a tema, workshop,… Insomma, queste ragazze appassionate ci danno dentro alla grande, con tanto impegno ed interesse autentico!
Eppure Buenos Aires brulica di antiquariato, ci sono veri e propri mercati delle pulci al coperto, fiere che ogni (ogni!) fine settimana si estendono per quartieri interi, a prezzi straordinari…
A saperlo prima avrei portato una valigia vuota appositamente per la Feria di San Telmo, un quartiere della città famoso per il grande mercato di antichità della domenica: merce vintage originale dagli anni ’30 agli anni ’70 a pochi, pochissimi euro.
Avete idea di quanto lucrino i commercianti europei su queste cose? Un paio di buoni occhiali della metà del secolo scorso da noi può avere un prezzo esorbitante, decine e decine di euro. Oppure si trovano molte riproduzioni di oggetti e accessori retro’.
Non a San Telmo. San Telmo è antiquariato vero, è oggetti antichi con una lunga storia alle spalle, che profumano di sapone della nonna e polvere della soffitta. Non sono solo abiti, sono cappelli con le piume, sono collane, tazze, cucchiai, bicchieri, teiere, specchi e spazzole.

Sono testimoni silenti di un’epoca passata, di cui la gente di oggi si vuole sbarazzare perchè sono vecchi ed occupano spazio.

Per noi amanti di queste cose invece, non esiste nulla di più prezioso che avere la possibilità di far proseguire a questi oggetti la loro storia, immaginando la loro vita precedente, ponendoci domande che non soddisfano la curiosità ma ci lasciano sognare il mondo di ieri.
Il mio souvenir da questo mercato delle meraviglie? Uno stupendo abito lungo di lino nero, dell’epoca della gioventù della mia cara nonna, approssimativamente.
Pin up, l’Argentina è anche per voi!