Bere un “tererè” con questo caldo è veramente dissetante e rinfrescante.
Ma di cosa stiamo parlando??
Il Tererè è una bibita tradizionale del Paraguay, dove è considerato patrimonio culturale nazionale , e di tutto il nord est Argentino e anche sud del Brasile.
Non è altro che il mate nel suo classico recipiente con la cannuccia, ma l’acqua fredda sostituisce l’acqua calda. S aggiunge anche del ghiaccio.
Alla yerba mate si possono aggiungere altre erbe medicinali, menta piperita, cedrone, o bucce di arance o limone oppure di mela.
Alcuni lo preparano direttamente con i succhi di frutta invece che con la solita acqua.
Io l’ho provato con il succo d’arance e devo dire che non smettevo di berlo perché veramente buono e dissetante.
Ci sono due versioni sull’origine della parola Tereré: secondo una la parola è di origine guaraní, la lingua del popolo nativo, che abitava la zona del Paraguay e nord est argentino e che gia ne faceva uso prima dell’arrivo degli spagnoli e dei Gesuiti. Questi arrivarono nella zona ma la facevano come infusione e filtrato e non nel attuale recipiente tondo (mate) con la cannuccia (bombilla). La parola sarebbe onomatopeica, dovuta ai rumori che si sentono negli ultimi tre sorsi tirando su il liquido con la cannuccia.
Secondo Carlos alberto Cacciavillani invece, la parola è di origine latina: un neologismo dei gesuiti, addatatto al guaraní dal quale prende l’accento sull’ultima sillaba. “terere” in latino e senza accento significa tritare (terere in mortaio, Plinio).
L’usanza vuole che chi prepara il mate sia il più giovane della casa e si chiama “cebador”.
Un errore molto comune degli stranieri,ai quali vien offerto il mate o tereré, è che dicono grazie nel riceverlo. Questo per il “cebador” significa che non si vuole più bere il mate e al prossimo giro vi salterà. Per cui se vi piace la bevanda e ne volete ancora, ricordatevi di non dire “gracias”….