palo borracho giovane e fiorito

palo borracho giovane e fiorito

Il palo borracho è un albero molto resistente ai periodi di siccità, può arrivare a 25 metri di sviluppo nel suo habitat naturale.

Fiorisce a primavera. oppure d’estate. A volte in autunno. Dipende da ogni esemplare. A volte i fiorisce prima che compaiono le sue foglie. Altre volte fiorisce dopo che sono cadute.

In questa sua natura capricciosa forse ha origine la leggenda indiana (guaranì, abitavano e abitano in territori del paraguay e nordest argentino).

Borracho, che in spagnolo significa “ubriaco”, non c’entra nulla con l’origine de nome, anche se la forma del tronco potrebbe ricordare una bottiglia.

palo borracho nella sua maturità

palo borracho nella sua maturità

Secondo gli uomini della cultura guaranì il tronco del albero rappresenta infatti il corpo della donna in tre tappe delle sua vita: la gioventù, in cui l’albero mostra il suo snello tronco; la maturità, in cui il tronco si mostra nella sua pienezza, come una donna nel pieno del vigore fisico e spirituale; infine la vecchiaia, in cui il tronco mostra le forme mature di una matrona. Per questo motivo alcune tribù chiamano questo albero mujer (donna) o madre pegada a la tierra (madre incollata a terra).

La leggenda narra che in una anbtica tribù della selva tropicale viveva una giovincella molto bella, ambita da tutti gli uomini. Ma lei amava soltanto un certo guerriero. Un grande guerriero. E si innamorarono profondamente.

Un giorno la tribù entrò in guerra e lui partì per la contesa: lei rimase e si promisero amore eterno.

Passavano i giorni ed i guerrieri non tornavano.

Molto tempo dopo si seppe che non sarebbero più tornati.

Perso il suo amore, la giovane si chiuse ad ogni sentimento poiché la ferita del suo cuore non sarebbe potuta più guarire.

Un pomeriggio si inoltrò nella selva.

Era molto triste, decisa a lasciarsi morire. E così infatti la trovarono poi alcuni cacciatori: morta in mezzo ai rovi.

Ma quando cercarono di alzare il suo corpo per portarlo via verso il loro accampamento, notarono con stupore che dalle sue braccia crescevano rami, la sua testa si piegava verso il tronco.

Dalle sue dita crescevano fiori bianchi, che diventavano rosa.

Dicono che fossero bianchi come le lacrime che lei aveva versato per il suo amato guerriero, e diventavano rosati per il sangue versato da lui.

 

 

Fonte: “El mito, la leyenda y el hombre – Usos y costumbres del folklore”, Félix Molina-Tellez. Editorial Claridad, Primera edición, Buenos Aires 1947.